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trasparenze
tecnica: colore / bianco e nero / scala colori

l'epoca in cui viviamo ci ha ormai abituati a plurime forme di visione a seconda dei media e tecnologie utilizzate. dai raggi x alle immagini digitali sempre più spesso ci troviamo di fronte ad iconografie risultato di interazioni tra più elementi e dispositivi.
allo stesso tempo la sensibilità a questo tipo di visione, la nostra complessità psicologica, oltre a precedere tutte queste conquiste tecnologiche ci è insita ed è quella che ci ha consentito di realizzarle passando attraverso microesperienze molto coinvolgenti.
difficile dire cioè se sia la tecnologia e la conoscenza a stimolare nuove forme di pensiero e linguaggio oppure la nostra capacità creativa.
molto probabilmente le due cose si sono sempre alimentate a vicenda.

ricordo ad esempio quando con altri bambini, pur digiuni di molte conoscenze, esponevamo le nostre esili dita contro il sole guardando con estremo interesse i sottili filamenti dei nostri capillari che così si riuscivano ad intravedere. in altre occasioni si trattava invece delle nervature reticolari delle foglie o altri particolari altrimenti invisibili...
anche in campo artistico dalle velature dei fiamminghi ai dipinti di la tour fino al raggismo di larionov ne è trascorso di tempo e di esperienze.

in questo caso, tutta una serie di informazioni e profondità, sono ottenute piuttosto che attraverso una visione prospettica attraverso una visione per densità, sovrapposizione, trasparenza. solo una delle tante possibilità di approccio alla realtà, non priva al tempo stesso di poesia, leggerezza ed astrazione.
per ogni lavoro è possibile scegliere una scala colori e/o tonale. in questo caso il colore monocromo viene impiegato nelle gradazioni del blu/azzurro (che ricordano la prospettiva aerea) o di una scala di grigi compresa nei due limiti estremi del bianco e nero. il numero di tonalità della scala impiegata varia a seconda del lavoro, della struttura e composizione. può dipendere inoltre dalla necessità di evidenziare determinate caratteristiche o da una logica interna alla composizione.
nel progetto le varie campiture, o insiemi di campiture, sono numerate.
sia le sovrapposizioni che una qualsiasi logica interna che si voglia evidenziare è data da operazioni matematiche (addizione e sottrazione nel caso delle sovrapposizioni/ trasparenze) o qualsiasi altro tipo di calcolo a seconda della necessità.
i risultati vengono verificati per constatare se effettivamente questi corrispondano alla necessità di espressione e al nostro grado di sensibilità. a questo scopo sono previsti interventi aleatori o discrezionali.
come giustamente i nostri predecessori avevano avuto modo di affermare "...noi non ci faremmo mai guidare dalla matematica" (vedi “rodcenko/stepanova. alle origini del costruttivismo”).
in questo caso, il ricorso ad una determinata tecnica, che comunque non è da ritenersi sempre indispensabile, per quanto mi riguarda, è stato dettato dall'insoddisfazione dei risultati ottenuti affidandomi alla sola memoria, emozione, entusiasmo. quel che avevo notato era che, nonostante questi fossero indispensabili, da soli non erano sufficienti.
proprio la necessità di superare la ripetizione, l'appiattimento, il rischio di cadere sempre in una ristretta scala di colori/toni che sentivo insoddisfacente mi ha portata ad avvalermi di tecniche diverse.
inoltre attraverso questi sistemi avevo la possibilità di sperimentare nuovi risultati inattesi, oppure l'apertura di piccole aree di indagine nel campo della visione.

si tratta una ricerca piuttosto semplice intrapresa dagli anni ottanta. oggi metodologie di questo tipo sono ampiamente utilizzate in vari software nel campo della grafica e produzione di immagini artificiali o digitali in genere (creazione di immagini attraverso più livelli). il loro utilizzo però, pur riflettendo l'alto grado di "sofisti/cazione" a cui la società contemporanea è giunta, talvolta appare superficiale o slegato dalle tensioni profonde che percorrono il nostro tempo.
forse compito dell'arte dovrebbe essere quello di tentare di ricomporre tutti questi aspetti e ridare ai "gelidi mostri" della tecnica un senso.

in occasione di filo/sofismi
personale retrospettiva e contemporanea di paola zorzi

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